Delle due famiglie di sarcomi – dell’osso e delle parti molli – questa seconda è la più grande: riguarda, infatti, l’84% di tutti i sarcomi diagnosticati.

Si tratta di tumori maligni che si sviluppano nei tessuti molli – il grasso sotto la pelle, i tessuti viscerali, i vasi sanguigni e linfatici, i nervi – e nelle parti di supporto del corpo a esclusione delle ossa – ad esempio nei muscoli. Alla famiglia possono essere ricondotti anche i tumori stromali gastrointestinali (GIST), che rappresentano circa il 10% di tutti i sarcomi delle parti molli, una forma non ossea del sarcoma di Ewing e il sarcoma di Kaposi, causato da virus e formato da cellule simili a quelle che rivestono i vasi sanguigni. Le cause sono ancora sconosciute, a eccezione di alcuni fattori di rischio riconosciuti come l’elevata esposizione a sorgenti radioattive o a sostanze chimiche come i pesticidi, la diossina e il cloruro di vinile, oltre che una tendenza alla familiarità associata ad alcune malattie di origine genetica, come la sindrome di Gardner (che dà origine alla formazione di polipi nell’intestino), la sindrome di LI-Fraumeni (che predispone ad alcune forme tumorali) e il retinoblastoma (un tipo di tumore infantile dell’occhio). Esistono più di 80 tipi diversi di sarcomi delle parti molli, e possono colpire tutti: donne e uomini – giovani e meno giovani, bambine e bambini, ma sono più frequenti nei maschi. In Italia si registrano circa 1.500-2.000 casi nuovi all’anno, contro i circa 8.700 casi all’anno negli USA.

Pagina aggiornata al 13 Aprile 2018

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